Preparato in italiano:

Lucilla TRAPAZZO:
LA POESIA DI BRAHIM AVDYLI
O DELLA PLURALITÀ DEI SENTIMENTI.
Struggimento e riflessione.
Io intendo seguire le vie dei nostri padri,
ma non ricalcare le orme altrui [...]
F. Petrarca, Familiares
Nel lontano 1979, il poeta Brahim Avdyli, partiva dalla sua patria, il Kosovo, lasciandosi alle spalle le radici, sia quelle culturali sia quelle del cuore, e si proiettava verso un nuovo futuro in Svizzera, ben conscio dell’asprezza legata a ogni esodo, con un bagaglio di umanità e di speranze, ma soprattutto con un carico straripante di poesia. Chi è costretto ad abbandonare la casa, gli affetti, il proprio paese, vive per forza di cose uno sradicamento; Brahim Avdyli, grazie al suo mondo interiore, riesce a contrapporre a questa vertigine inquietante la vastità della poesia. Oggi, con questa raccolta di versi, il poeta si apre e si confronta anche con il pubblico di lettori in lingua italiana.
Il registro tematico che corre lungo tutte le liriche di Brahim Avdyli appare subito chiaro: un accorato e sincero intreccio di nostalgia, struggimento e di ritorno alle radici, a una patria più grande, dissacrata dalla Storia e disperatamente amata. In ondivago vagare tra versi umbratili, intimistici, trascorsi di Sehnsucht sensoriale (Sussurri di una foglia secca) e di consapevolezza sobria (Difficile […] trasformare in finestre/ i sogni infranti), l’io poetico dalla prima persona singolare si allarga fino a comprendere tutta una cultura, tutta una lingua e un’appartenenza storica. Così la Patria diventa un’idea, un ideale che nutre, che accoglie, un luogo mentale a cui ritornare, nostos. Terra di sapori dei padri, amore amaro, speranza di futuro
Negli orizzonti del mio spirito
il Kossovo brucia per uno spiraglio di luce
il tempo ritorna all`origine di un dramma.
Sulle tue strade ho lasciato la gioventù bruciata
[…] ma non abbiamo tempo per occuparci di noi stessi –
le generazioni rinasceranno nel Canto,
il tempo ritorni alla fine di un dramma
[…]
Di fronte allo smarrimento dovuto alla perdita delle radici il poeta eleva l’esilio a condizione intima di resilienza,
Io e Sisifo
da due estremità del tempo
misuriamo i secoli
e il peso del dolore
come condanna eterna
La condizione della lontananza, dell’esodo, non può non coinvolgere anche tutto l’universo del linguaggio; scrivere nella propria madrelingua si manifesta prima di tutto come una dichiarazione: uno scrittore espatriato trova eremo felice dentro la propria lingua di origine. Il veicolo e il messaggio, il significato e il significante, la parola e il sentimento s’incontrano in intreccio profondo e diventano schermo e bozzolo. Conservare la propria lingua, scrivere poesia nella madrelingua, è una forte rivendicazione ed è anche una difesa della propria identità
[…]
E ritorno da te poesia, ritorno arrabbiato
perché cose dolci
non ne ho da darti.
Tutto quello che avevo te l'ho donato
per sempre,
potesse diventare meglio!
Io qui,
fino all'ultimo
il tuo calice sto alzando !
Lo spazio intimo e individuale del poeta a volte dialoga e a volte si sente in conflitto con il più ampio sistema politico e antropico del paese di accoglienza. Così il territorio straniero assume valenza ambivalente, se da un lato è ospitalità, dall’altro è realtà che forse non diverrà mai casa.
Straniero e perso
tra i sussurri delle strade
che non mi salutano affatto
e che si voltano dall’altra parte
per non guardarmi in faccia-
Il contesto letterario delle liriche di Brahim Avdyli si delinea anche nella relazione che l’autore ha con la ricca tradizione poetica di lingua albanese. Nell'estensione lirica di questa raccolta di poesie, si nota compresenza di voce personale e tracce di ispirazione letteraria classica, particolarmente nella rappresentazione simbolica e metaforica dell’intimo sentire.
[…] rimango ancora ai piedi dei miei rami
sotto la neve del silenzio e i ruscelli della tristezza
diventando concime dell'orgoglioso tronco
La sfida poetica dell’autore che concentra la propria ricerca estetica e stilistica su lontananza ed emigrazione, temi cardinali e rappresentativi della contemporaneità, si dipana nella riappropriazione del tempo lento, della parola, della riflessione, diviene specchio (trascendente, ideologico, viscerale) della precarietà della condizione umana. Quindi, se il dolore resta il vero e proprio fil-rouge che attraversa i versi di Brahim Avdyli, sia come forma ampia di appartenenza politico-culturale sia come intima percezione del sé, il poetare, come atto consapevole, testimonia una volontà di resilienza e di conservazione
La sopravvivenza dei versi
I più belli
si sono persi nell'inseguimento-
la loro bellezza è stata derubata dalle iene!
[…]
Tuttavia,
con il colore dell'anima
tra i fogli ho lasciato le tracce
affinché il nostro nome non scompaia! ...
La distanza dalla patria per Brahim Avdyli è una dimensione esistenziale, che si estende oltre la sfera politica, e racconta di un’esistenza in bilico, oscillante tra i due mondi, ove il linguaggio, la poesia, la memoria, la cultura di appartenenza funzionano da antidoto allo sconforto. La sfida della scrittura è raccontare il dolore e allo stesso tempo tendere verso un futuro di speranza. Perché non c’è altro modo di sconfiggere l’oblio a cui ci spinge la lontananza se non fissare per sempre le radici, le lotte, gli aneliti, su carta.
Non accetto nessuna morte
nessuna morte che non sia un cadere
presso l'altare della parola,
presso l'altare della libertà-

Brahim AVDYLI:
poesie in italiano:
LA STELLA GOCCIAVA SANGUE
Ho aperto il coperchio
della storia nei musei -
in pupille di dubbio
hanno piantato le mie radici
qualcuno col tamburo
ballava la danza perversa
sul tavolo dei secoli
all’uccello veniva
preparato il veleno!
Nel cielo con le nuvole spaventate
la stella gocciava sangue.
QUANDO VOGLIO PARLARE,
RIMANGO SENZA PAROLE
Ogni volta che accendo
le candele dell'anima
inizio sofferente a bruciare
allora arriva la tempesta nera
e le piramidi della verità fa crollare.
Ogni volta che risveglio i vasi sanguigni
in una canzone
e fuochi nel cuore accendo
per coloro che sorgono nell'ombra,
arriva il miserabile fantasma
attorcigliandosi in una mano ...
Così,
quando voglio parlare e mi sforzo,
rimango senza parole.
CALICE AMARO
Io amo le persone
ed è tra di loro
che cerco le cose belle.
Loro parlano del passato
dei sogni, del futuro…
Tra le estremità
il presente ci prende in giro, ci sfugge.
E ritorno da te poesia, ritorno arrabbiato
perché cose dolci
non ne ho da darti.
Tutto quello che avevo te l'ho donato
per sempre,
potesse diventare meglio!
Io qui,
fino all'ultimo
il tuo calice sto alzando !
SPECCHIO MISTICO
L'uomo è lo specchio
dove la vita si specchia
e la vita,
uno specchio
dove il mondo si specchia ...
Mio Signore,
di chi è la colpa
quando la vista non è bella?!
L’OROLOGIO CHE NON MI SERVE
La mia fame
sembra avere messo alla prova l'orologio
dalla disperazione
le lancette stanno impazzendo.
Il dolore lo ha reso stanco
non puo camminare con il tempo
tantomeno riposare.
Il giorno, il giorno è nero
si è fermato anche lui, e trema ...
Questo orologio
chi lo compra a cinque soldi,
questo orologio!
ANCORA A MIA MADRE
-Trittico
Sei invecchiata dai dolori
rigenerata dalle nascite…
Ma il tuo amore non si mai è prosciugato!
EQUAZIONE
CON DUE INCOGNITE
E QUATTRO VERSI
Che grandi personalità
che genere di patrioti sono gli individui
di questa razza
che urlano a squarciagola
per il libero pensiero
e gli spazi me li rubano dalle mani?!...
IO E SISIFO
Io e Sisifo
da due estremità del tempo
misuriamo i secoli
e il peso del dolore
come condanna eterna
diventa un fardello.
Mi sembra che lui
è il più fortunato
visto che scende verso il basso
per ripetere il gioco -
ogni volta che la sua pietra
inizia a rotolare
mentre io-
un povero cantante ,
una vita intera che combatto
e la pietra del dolore
non riesco a spostarla! ...
I DEMONI DELLA PAROLA
Ogni volta che parlo
mi dicono di tacere
e ogni volta che taccio
sotto la loro violenza,
mi spronano a parlare-
se solo muovo
dalla disperazione le mascelle,
ringhio terribilmente.
Provo a sputargli
mi graffiano il viso
e si nascondono
cerco di dimenticarli
appaiano all'improvviso
carichi di ferocia ...
Oh maledetti,
che senso avrebbe avuto
senza di voi l'inferno!...
LA SOPRAVVIVENZA DEI VERSI
I più belli
si sono persi nell'inseguimento-
la loro bellezza è stata derubata dalle iene!
I più ardenti
non ho potuto tenerli-
il loro fuoco bruciava i tempi!
I più preziosi
non ho potuto tirarli fuori
il mondo era pieno di saccheggiatori!
Tuttavia,
con il colore dell'anima
tra i fogli ho lasciato le tracce
affinché il nostro nome non scompaia! ...
LE IMPRONTE DELLE PAROLE
1(IL CONTROLLO)
Ascoltando quello che dico
ascoltando quello che dicono-
Mi guardo allo specchio ogni giorno.
2. (Specchio)
Se non ci fossi tu-poesia,
ogni cosa brillerebbe
dall’ impudenza!
3 (Il Controllo)
Mi arrabatto
mi sacrifico per l'uomo
e nessuno mi tende una mano!
4. (Consolazione)
L'unica consolazione
per l'uccello delle tempeste è
la carovana che lo segue!
ESPERIENZA
Sono abituato
dopo ogni caduta
ad abbracciare
col fiato sospeso
la mia delusione,
masticare pazientemente
l’assenzio del dolore
a malincuore,
vedere spegnersi tra le mie mani
ancor prima che si accenda
la candela del destino,
sopportare le ferite
quando cammino a piedi nudi
dentro l'inferno...
Nemmeno il peggior nemico
dovrebbe capitare qua !
LA VISTA
ATTRAVERSO LA QUALE PASSO
Finché passo vicino
ai blocchi di cemento-
il loro peso mi gettano sulle spalle
per prendermi in giro, semplicemente.
Le vetrine dei negozi
mi offendono e mi sputano addosso
per le scarpe strappate
e gli abiti che indosso ogni giorno.
lI ciottolato si muove
cercando di farmi cadere
per fare in modo che non gli cammini
sopra
con tutte le preoccupazioni
di questo giorno...
Straniero e perso
tra i sussurri delle strade
che non mi salutano affatto
e che si voltano dall’altra parte
per non guardarmi in faccia-
ecco,
questa è la vista quotidiana
attraverso la quale ogni giorno passo!
LA MORTE CHE NON ACCETTO
Non accetto nessuna morte
nessuna morte che non sia un cadere
presso l'altare della parola,
presso l'altare della libertà-
né la morte sui fiori,
né la morte sulla seta! ...
La peggiore delle morti
questa morte quotidiana,
né vivo, né completamente morto,
tra una carcassa che ti morde
e la parola che muore tra le labbra! ...
L’IMPOSSIBILITÀ
Difficile costruire
le torri della speranza
con la sabbia della delusione
e trasformare in finestre
i sogni infranti,
difficile alzarsi
in vette di pensieri
che il terremoto non riesce a scuotere
laddove vieni ignorato,
dove la parola non viene accettata;
ti sentiresti un uragano
senza onde che ti seguono,
senza il grande cuore del mare! ...
Anche se tu fossi fango
è difficile
essere preso a calci dal male!
SUSSURRI DI UNA FOGLIA SECCA
E difficile accettare dal verde
diventare giallo
quando il respiro dei giorni inizia
a cessare
mentre filtro l'aria e pulisco i miei spazi
dalle minuscole particelle della morte
il mio colore si consuma lentamente
inosservato
con quella zavorra di morte nel cuore ...
Con quanta facilità la mano del tempo
si allontana
e mi lascia andare oltre la sua cura
sul terreno umido del dolore,
rimango ancora ai piedi dei miei rami
sotto la neve del silenzio e i ruscelli
della tristezza
diventando concime dell'orgoglioso tronco
per alimentare il verde delle stagioni
che verranno!
LE PAGINE
DELLA BIBBIA NON SCRITTA
Alle pagine della bibbia non scritta
l`oblio dipinge il viso,
i pensieri reti per ragni
i biancori si tramutano in malattia
oggi l`autunno ha stillato dolore
alle foglio ingiallite
l`autunno ha adornato la bibbia
follemente con vestiti rubati –
l`angelo e il diavolo hanno mischiato
i nomi!
IL CESTO CONSUMATO
Nel ventre tuo scoppiato
dorme l`inganno della notte disattenta
cesto consumato,
la vena di un filo possibile di vita
la stella si spegne piano-
come il dolore per le cose
che non ci sono più
e nulla nel manico rosicchiato d`oblio
nulla nel tua vuoto
tranne gli anni
che nella piaga scorrono.
TORSO DELLO SPIRITO MIO
Potete comunicare qualcosa
con gli uomini
io e il tempo vi mutiliamo un poco –
le parti spezzate solo io ve le conosco
che peccato
vi creo e vi allevo mutilati
per trascinare tutta la vita
il tumore della parola mai pronunciata
il peso della colpa che mi brucia
così come vi vedo
solo me offendete nello spirito
perché non vi ho regalato la bellezza –
la verità è amara come solo voi
la vostra nascita nascita difficile
miserabili versi –
torso dello spirito mio!
LA PIETRA MOLARE
Come non ti sei stancata masticando
i chicchi bianchi della vita
peccatrice incallita,
quando non avrò più nulla
senz`altro mangerai te stessa!
PER L`INIZIO DI UN SOGNO
In quale riva approderanno
le onde di questo poetare
quante rughe alla mia stella
si aggiungeranno sulla fronte?!
Molte volte mi hai detto
Non scherzare col fuoco
ma hai nascosto le unghie
per l`inizio di un sogno,
perciò per un giorno posso impazzire
con la follia del silenzio
un giorno potrò essere
punto esclamativo di ghiaccio!
LA SORGENTE
Dai solchi sotterranei scorri
vena limpida del terreno,
il tuo scorrere
la notte non l`arresta,
la freschezza tua fa ingelosire
i demoni e le divinità!
IL TROTTO INCERTO
Sfoglio le pagine dei giorni:
bibbia o pornografia,
il tempo – donna bruciata dalla passione
nausea davati ai miei occhi!
Mi invita al ballo pelle incipriata
le sue passioni che mi spaventano,
né coraggio né tranquillità!
Gli occhi pieni di fuoco,
frustate di luce le bruciano nelle pupille
i lampi le pendono come collane dal collo,
e quanto terribile quella gonna a mazzi –
tempo –
vedova partita per le stagioni della pazzia!
…Sfoglio le pagine dei giorni
con il dubbio serrato nel profondo
del cuore!
CON LE PAROLE
MAGNIFICA SE STESSO
Quando l`agitazione del mare
si abbatteva con amarezza sulle coste
del tempo
qualcuno raccoglieva il seme
del fallimento
il mare scuoteva
le onde dell`odio
le tempeste partorivano qualcosa
di nuovo nel tempo
le superfortezze volevano azzurreggiare
il cielo…
E chi ha rubato le mie primavere
tanto introvabile dunque:
- il diavolo in mezzo agli uomini
Ha sul viso la maschera dell`angelo,
lui la morte le strappa con i fiori
e magnifica se stesso con le parole!
IL MOZZIONE DELLA SIGARETTA
Tutto quello che mi è rimasto
non basta per i versi,
tuttavia
è la parte reale che mi è rimasta,
(se casualmente ci siamo trovati
in mezzo alle onde agitate del tempo
non è detto che annegheremo –
che affonderemo perdento
anche la parte finale)…
Che peccato,
ho dovuto bruciarmi le dita
per capire l`importanza delle cose mio!
IL CUCCHIAIO
Con te ha leccato
il cane dei secoli
sempre nella mia razione.
Spesso gli hai tremato in mano
ma tuttavia egli ti ha leccato
come oggi
come sempre
perché non hai avuto voce per piangerti –
io, erroneamente mi sono seduto
con te a tavola!
IL BICCHIERE
Hai prosciugato la mia fronte
per le seti straniere –
la parte mia maledetta,
ora esploderai
anche tu dal vuoto
come le mie labbra sarai tumefatto!
Hai prosciugato la mia fonte
Sempre nelle mani straniere!
LA NONNA
I capelli grigi degli anni
li porta sulle spalle
come speranze disilluse
ogni tanto
trema di commozione
per la gioventù sfuggita
nei campi,
il peso degli anni
lo porta sulle spalle
e i passi finali
della vita conta!
FOGLIE STACCATE
Nella sala dell`ambulatorio doganale
aspettiamo i risultati delle visite mediche
la sala è grande, larga
lì c`è la Spagna, io, l`Italia –
ammucchiate secondo le valige del dolore,
e quanti avvenimenti in questa sala
anche solo con i nostri visi –
storie scritte nelle rughe,
con gli occhi –
follie staccate dalla separazione
Chi vigila sull`ordine
non legge come me nei vostri cuori
né guarda i vostri polmoni consumati
chi controlla l`ordine!
(Chiasso, 1980)
LIRIKA
Passeggia in riva al lago
l`insolita coppia io e la solitudine,
il sole è appeso dietro le colline
la brezza soffia; vorticosamente mi riporta
l`immagine della madrepatria:
Ecco una colomba nel cielo
ecco un corvo nero dietro
il cielo si riempie di gracchi insanguinati
una barca vuota ondeggia!
… In questa passeggiata serale in riva
al lago
le sponde del sogno del mio dolore batto!
(Locarno, 1980)
REQUIEM
PER IL DIRITTO DI PAROLA
Venivo desideroso di parlare
ricercando
l`equilibrio dell`amore
parlavo col cuore ricolmo di giustizia
per diminuire la tristezza della gioventù
ma mi confondevano le idee appena
incominciavo
e non lasciavano che mi fiorisse la parola –
scuotevano i petali,
staccavano le foglie con ira…
Ma che lavoro,
che razza di corone si possono intrecciare
con tante spine tra i fiori?
UCCELLI DELLA MADREPATRIA
Proprio in mezzo al cuore
cucitemi
il cielo della madrepatria –
Uccelli del Kossovo
un pugno di nostalgia,
un pugno e
all`ombra delle Alpi
portatemelo!
Uccelli del Kossovo
volate nel mio sangue
ed accendete la speranza,
volate sulla fronte
schiacciata senza pietà
e cucite l`Alba –
il Canto pieno di Luce!
BALLATA DELL`EMIGRAZZIONE
Champagne giallo
Champagne malato
in questo fine bicchiere mi hai bruciato
i sogni
in questo bicchiere fine e nudo
col tuo luccichio
delle luci al neon
questa notte profonda
si sono risvegliati i fantasmi
davanti a te ballano
come il mare ti agitano –
io mi getto tra le onde
Champagne giallo
Champagne malato
In questa notte profonda
dove ho perso gli occhi?
dove ho perso me stesso?...
- Ho bevuto questo bicchiere
del tutto nudo!
TI PRENDE E NON TI LASCIA
Non potevo trovar pace
negli squarci del cielo –
l`ispirazione consumata
ed ho oltrepassato montagne
di precipizio in precipizio
Ora erro tra i viali
in un inferno di neon
e non so quale sentiero
il fiore rosso del sogno mi coltiva.
Una cose so –
c`è una strada al mondo
che ti prende e non ti lascia,
c`è un sole al mondo
che ti illumina ma non ti scalda…!
(Sursee, 1982)
SONO TORNATO
PER LA TUA PROMESA
Sono tornato per la tua parola
terra con le zolle bianche
quanta nostalgia ho sentito per l`aratro
dei solchi del dolore
salgo le scala del sangue
con la storia della parola rossa –
il tronco dell`amore arso
per i lampi dei raggi in fronte
lo spiegamento del candore nelle pupille
per il volo libero dell`uccello
la tavola piena di canti;
“pane, sale e il cuore”…*
Sono tornato per la tua promesa
Terra con le zolle bianche!
(Morinë/Morina, 1981)
SPECCHIO INSANGUINATO
(UNA TRA LE MIGLIAIA DI LETTERE
DI UN EMIGRATO SPEDITE IN PATRIA)
Si sono esauriti i sogni
pazienza e attesa,
a te il succo chiaro si indurisce a tavola
la pannocchia si raffredda
mancano le cipolle e il sale
e gli stracci lordi del sangue aumentano…
Quanta nostalgia
non riesco nemmeno a dormire
ma così oppresso, vagabondo nel pianto
così non ce le faccio più,
così non ti vedo più
perciò sto e mi consumo, brucio di nuovo
vengo o non vengo –
ti ho e mi hai nel seno!...
RITORNO
ALL`INIZIO DI UN DRAMMA
Negli orizzonti del mio spirito
il Kossovo brucia per uno spiraglio di luce
il tempo ritorna all`origine di un dramma.
Sulle tue strade ho lasciato la gioventù
bruciata
per un canto,
ho raccolto sui tuoi marciapiedi
i mozziconi di sigarette,
ho mangiato mele nature
per conservare il fiato, per cantare
di nuovo,
ed ho letto tutti i pensieri
che la vita ha imbandito nella tavola
dei giorni…
ma non abbiamo tempo per occuparci
di noi stessi –
le generazioni rinasceranno nel Canto,
il tempo ritorni alla fine di un dramma,
perché negli orizzonti dei secoli di nuovo
il Kossovo brucia
per uno Spiraglio di Luce!
ESPERIENZA KOSSOVARA
Abbiamo visto in questi anni
la bugia più grande e non l`abbiamo
riconosciuta,
abbiamo visto la verità
e non ci ha riconosciuti,
abbiamo visto tutte le collezioni
del disprezzo
vendendoci nei mercati della follia,
e ci hanno rubato per strada,
e ci hanno tosati in nome dell`idea,
ci hanno costretti a piangere
quando volevamo ridere
e ridere quando volevamo piangere,
le parole dalla gola cercavano
di tirarle fuori quando non uscivano,
ci hanno ficcati nelle tane dei topi
e nelle crune degli aghi…
ma di nuovo siamo rimasti vivi
e cantiamo
di città in città, di paese in paese,
di sud al nord…
liberamnte, i illirico, DARDANIA!
LA MISERIA DEL POETA
IN UN MEDIOEVO RITARDATO
Quando voglio scrivere
qualcuno mi gironzola attorno
quando voglio scrivere
mi prendono in giro,
quando voglio scrivere
del tuo futuro Kossovo,
un cane abbia in me,
mi segue e non si stacca da me,
quando voglio scrivere
parlano contro di me fino ad offendermi,
mi legano le mani, i piedi,
mi impediscono di sedermi
di posare la Parola sulla Carta!
Quando voglio scrivere,
la notte urla da impazzire…
Così come posso tacere
Con tante piaghe di parole in cuore?!
IL MARE DI PAROLE
Per tutta la vita mi ha seguito
per la strade del pensiero del domani
macinando le parole
macinando i sogni,
qualcuno ha preparato i lieviti dei giorni
qualcuno li cuocerà –
il domani dovrà essere cotto come il pane!
Il pane delle parole ha voluto
un mare di lacrime –
le Parole degli Uomini si sono fatte Mare…
Ora non c`è nulla di cui parlare
bisogna rompere, distruggere,
scaricare dalle spalle delle onde –
il peso di una vita che non si sopporta!
ASPETTANDO
L`USCITA DEL SECONDO
LIBRO A PRISHTINA **
Venivano e passavano le stagioni
e gli anni
cambiavano i tempi, le cesure, i governi,
anche le scorze delle querce cambiavano
anche l`età della poesia,
sono cresciute e si sono svuotate le acque
le grondaie sono uscite dalle guide
con violenza
qualcuno arrivò persino a parlare
del nuovo giorno,
della democrazia…
ma tu di nuovo ti sei chiusa,
o parola sincera
nelle stanze della tipografia
rosicchiata dai topi,
come se aspettassi che Dodona
si risvegli da sola un giorno
Dodona ammutolita,
distrutta dai portatori del male!...
LA VIOLAZIONE ECCEZIONALE
-Il bene si spezza facilmente
e il male difficilmente!
(detto popolare)
Si sono alzati gli erbivori, i carnivori
sulle cime dei pensieri distrutti
dall`egoismo,
si allontanano tutte le piante restare
in piedi,
nei ragli di uno scoppio di Rinoceronte,
alle crime della follia –
i Demoni hanno allungato gli artigli,
emettono atti, leggi, proclami
di distruzione,
si calpestano dove poggiano i piedi terra
attraverso stati straordinari, particolari
eccezionali…
ed eccezionalmente si calpestano
le belve sulla Libertà!
VITA CHE NON SI SOPPOTRTA
-Solidarietà poetica
con i minatori di Trepça
Condividendo la vostra sofferenza
il verso mi si prosciuga,
come il vento in galleria si prosciuga,
le parole diminuiscono
per i giochi dietro la schiena,
e nei vostri occhi giace la metafora –
grande agonia dei tradimenti
è questo,
ecco, il secolo si contorce
nell`ultraterreno
largo del Bue nero…
E lasciamolo contorcere,
perché oggi anche la vita del verso
è vita che non si sopporta!
LA PIRAMIDE
Sulla terra
le fondamenta insanguinate,
i crani spaccati dell`uomo
in altro la divinità
con gli sguardi di vetro
il riso dispotico
l`equilibrio e il peso dalla piramide.
Togli un paio di vestiti
vesti un altro paio
dal tempio dei secoli
lei assoggetta la terra…
Le fondamenta si contorceranno
si contorceranno di nuovo per l`odio!
IL MIO PRANZO FAMOSO
Prendo un pezzo di pane ed un würstel
il mio famoso pranzo
davanti a San Antonino:
un boccone ed un pensiero,
un boccone ed un dolore ulteriore,
un dolore e un mare di spazio … !
Prendo un pezzo di panne ed un würstel
lungo la strada
la strada si allunga fino al Kossovo –
viaggio spaventoso di bestie
fino ai miei bambini,
ed io ho due milioni di bambini
due milioni di coltelli nei polmoni,
perciò divento io stesso bambino
davanti agli occhi della terra
dalle palpebre mi scorre pioggia …
non riesco né a masticare né a vomitare
il dolore infinito!
_______________
*) È la frase simbolo dell`ospitalità albanese. Ti offro quello che ho: pane e sale, ma con cuore. In seguito alle manifestazioni dell`aprile 1981, credendolo giusto, il poeta tornerà nel Kossovo. Questa poesia è dunque una risposta poetica alla chiamata della gioventù albanese.
**) Per sette anni di seguito la seconda raccolta poetica del l`autore “Quando si risveglia Dodona” restò in attesa di stampa e solo da poco ha visto la luce. Anche dopo la pubblicazione, l`amministrazione serba ha cercato di tenerla chiusa in un deposito. Nella pubblicazione sono presentate le poesie della versione finale (1989), con divergenze non consultate con il poeta, tralasciando completamente versi interi consegnati nella versione del 1986. Diverse persone che erano state in contatto con il manoscritto hanno sfruttato le diverse costruzioni figurative. Il nome dell'opera non poteva essere cambiato dal suo autore, anche se hanno insistito. Post scriptum: Il libro è stato pubblicato nel 1992, in parole dimezzate, dopo la pubblicazione della rivista del poema “Buka e kuqe”, Zurigo 1990.

BIBLIOGRAFIA
Brahim (Ibish) AVDYLI è nato il 5 settembre 1960, a Morina, Gjakova, Repubblica del Kosovo. Fin da bambino si è occupato di letteratura, giornalismo e scienza. Questa è la prima volta che un suo libro viene pubblicato in Italia.
Opere di Brahim Avdyli:
- "Në hijen e Alpeve", poesia, Rilindja, Prishtina, 1983;
- "Buka e kuqe", poesia, SHKSH “ATDHEU”, Zurigo, 1990;
- "Kur zgjohet Dodona", poesia, Rilindja, Prishtina, 1992;
- "Pasqyrë e përgjakur", poesia, Marin Barleti, Tirana, 1994;
- "Klithje nga fundi i ferrit", poesia, Onufri, Tirana, 1997;
- "Gjuha e dheut tim", poesia, Albin, Tirana, 1999;
- "Klithje nga fundi i ferrit", seconda edizione, Jeta e Re,
Prishtina, 2000;
- "Baraspesha e humbur", poesia, Qëndresa, Gjakova, 2003;
- "Vragat e një kohe", prosa, Faik Konica, Prishtina, 2005;
- "Lëvozhga e vdekjes", prosa, Faik Konica, Prishtina, 2007;
- "Stelele Veşniciei /Yjet e përjetësisë", Poezie albaneză, din Kosova,
BKSH della Romania, Bucarest, 2008;
- "Zogu i këngës", poesie selezionate, SHB "Pjetër Bogdani", Has, 2009;
- "Mërgata shqiptare e Zvicrës dhe roli i saj", politica e giornalismo,
Generazione `81, Prishtina, 2011;
- "Qielli i paprekur", poesia, Generation `81, Prishtina 2012;
- "Vetëvrasja e një poeti", dramma tornato dal romanzo con un altro
titolo, Associazione degli intellettuali "JAKOVA", Gjakova, 2013;
- "Shtegtimi i lirisë", poesia, Faik Konica, Prishtina 2014;
- "Torzo e shpirtit tim / Der Torso meiner Seele", selezione di poesie in
albanese e tedesco, Amanda Edit Verlag, 2015;
- "Arena e dhembjeve", poesia, Meshari Publications, Prishtina 2017.
- "Sondazhe për Kosovën dhe kufirin e saj", lavoro analitico
e giornalistico, Lena Grafik, Prishtina 2019.
- "Die Verrückten Pferde", libro in tedesco, curato dal Dr. Naim Kryeziu,
Magic Verlag, Basilea 2019 ...
- "Muza e vargjeve", poesia, Meshari Publications, Prishtina 2020…
I suoi scritti, le sue poesie e anche le sue fotografie sono apparsi in diverse riviste e libri letterarie, giornalistiche e in antologie albanesi e internazionali. Finora, la sua poesia è tradotta in tedesco, inglese, rumena e in italiano. Per nuove informazioni, consultare il sito provvisorio Web albanese http://www.brahimavdyli.ch.
Il poeta Brahim AVDYLI è membro della Lega degli Scrittori del Kosovo (LSHK); degli Autori della Svizzera (AdS); e di diverse altre organizzazioni e associazioni letterarie.
E para dhe treta janë piktuara të bukura të djalit tim të dytë, Skender B. AVDYLI; ndërsa e mesmja është faqja e parë e kopertinës së librit tim...