Preparato in italiano:

 

 

 

Lucilla TRAPAZZO:

 

 

 

LA POESIA DI BRAHIM AVDYLI

 

O DELLA PLURALITÀ DEI SENTIMENTI.

 

Struggimento e riflessione.

 

 

 

 

 

Io intendo seguire le vie dei nostri padri,

ma non ricalcare le orme altrui [...]

 

F. Petrarca, Familiares

 

 

 

Nel lontano 1979, il poeta Brahim Avdyli, partiva dalla sua patria, il Kosovo, lasciandosi alle spalle le radici, sia quelle culturali sia quelle del cuore, e si proiettava verso un nuovo futuro in Svizzera, ben conscio dell’asprezza legata a ogni esodo, con un bagaglio di umanità e di speranze, ma soprattutto con un carico straripante di poesia. Chi è costretto ad abbandonare la casa, gli affetti, il proprio paese, vive per forza di cose uno sradicamento;  Brahim Avdyli, grazie al suo mondo interiore, riesce a contrapporre a questa vertigine inquietante la vastità della poesia.  Oggi, con questa raccolta di versi,  il poeta si apre e si confronta anche con il pubblico di lettori in lingua italiana.

 

Il registro tematico che corre lungo tutte le liriche di Brahim Avdyli appare subito chiaro: un accorato e sincero intreccio di nostalgia, struggimento e di ritorno alle radici, a una patria più grande, dissacrata dalla Storia e disperatamente amata. In ondivago vagare tra versi umbratili, intimistici, trascorsi di Sehnsucht sensoriale (Sussurri di una foglia secca) e di consapevolezza sobria (Difficile […] trasformare in finestre/ i sogni infranti),  l’io poetico dalla prima persona singolare si allarga fino a comprendere tutta una cultura, tutta una lingua e un’appartenenza storica. Così la Patria diventa un’idea, un ideale che nutre, che accoglie, un luogo mentale a cui ritornare, nostos. Terra di sapori dei padri, amore amaro, speranza di futuro

 

Negli orizzonti del mio spirito

il Kossovo brucia per uno spiraglio di luce

il tempo ritorna all`origine di un dramma.

 

Sulle tue strade ho lasciato la gioventù bruciata

[…] ma non abbiamo tempo per occuparci di noi stessi –

le generazioni rinasceranno nel Canto,

il tempo ritorni alla fine di un dramma

[…]

 

 

Di fronte allo smarrimento dovuto alla perdita delle radici il poeta eleva l’esilio a condizione intima di resilienza,

 

Io e Sisifo

da due estremità del tempo

misuriamo i secoli

e il peso del dolore

come condanna eterna

 

 

La condizione della lontananza, dell’esodo, non può non coinvolgere anche tutto l’universo del linguaggio; scrivere nella propria madrelingua si manifesta prima di tutto come una dichiarazione: uno scrittore espatriato trova eremo felice dentro la propria lingua di origine.  Il veicolo e il messaggio, il significato e il significante, la parola e il sentimento s’incontrano in intreccio profondo e diventano schermo e bozzolo.  Conservare la propria lingua, scrivere poesia nella madrelingua, è una forte rivendicazione ed è anche una difesa della propria identità

 

[…]

 

E ritorno da te poesia, ritorno arrabbiato

perché cose dolci

non ne ho da darti.

 

Tutto quello che avevo te l'ho donato

per sempre,

potesse diventare meglio!

 

Io qui,

fino all'ultimo

il tuo calice sto alzando !

 

 

Lo spazio intimo e individuale del poeta a volte dialoga e a volte si sente in conflitto con il più ampio sistema politico e antropico del paese di accoglienza. Così il territorio straniero assume valenza ambivalente,  se da un lato è ospitalità, dall’altro è realtà che forse non diverrà mai casa.

 

Straniero e perso

tra i sussurri delle strade

che non mi salutano affatto

e che si voltano dall’altra parte

per non guardarmi in faccia-

 

 

Il contesto letterario delle liriche di Brahim Avdyli si delinea anche nella relazione che l’autore ha con la ricca tradizione poetica di lingua albanese.  Nell'estensione lirica di questa raccolta di poesie, si nota compresenza di voce personale e tracce di ispirazione letteraria classica, particolarmente nella rappresentazione simbolica e metaforica dell’intimo sentire.

 

[…] rimango ancora ai piedi dei miei rami

sotto la neve del silenzio e i ruscelli della tristezza

diventando concime dell'orgoglioso tronco

 

 

            La sfida poetica dell’autore che concentra la propria ricerca estetica e stilistica su lontananza ed emigrazione, temi cardinali e rappresentativi della contemporaneità, si dipana nella riappropriazione del tempo lento, della parola, della riflessione, diviene specchio (trascendente, ideologico, viscerale) della precarietà della condizione umana. Quindi, se il dolore resta il vero e proprio fil-rouge che attraversa i versi di Brahim Avdyli, sia come forma ampia di appartenenza politico-culturale sia come intima percezione del sé, il poetare, come atto consapevole, testimonia una volontà di resilienza e di conservazione

 

La sopravvivenza dei versi

 

I più belli

si sono persi nell'inseguimento-

la loro bellezza è stata derubata dalle iene!

 

[…]

 

Tuttavia,

con il colore dell'anima

tra i fogli ho lasciato le tracce

 

affinché il nostro nome non scompaia! ...

 

 

La distanza dalla patria per Brahim Avdyli è una dimensione esistenziale, che si estende oltre la sfera politica, e racconta di un’esistenza in bilico, oscillante tra i due mondi, ove il linguaggio, la poesia, la memoria, la cultura di appartenenza funzionano da antidoto allo sconforto. La sfida della scrittura è raccontare il dolore e allo stesso tempo tendere verso un futuro di speranza. Perché non c’è altro modo di sconfiggere l’oblio a cui ci spinge la lontananza se non fissare per sempre le radici, le lotte, gli aneliti, su carta.

 

 

      Non accetto nessuna morte

nessuna morte che non sia un cadere

presso l'altare della parola,

presso l'altare della libertà-

 

 

 

 

             Brahim AVDYLI:

 

 

poesie in italiano:

 

 

 

LA STELLA GOCCIAVA SANGUE

 

Ho aperto il coperchio

della storia nei musei -

 

in pupille di dubbio

hanno piantato le mie radici

 

qualcuno col tamburo

ballava la danza perversa

 

sul tavolo dei secoli

all’uccello veniva

preparato il veleno!

 

Nel cielo con le nuvole spaventate

la stella gocciava sangue.

 

 

QUANDO VOGLIO PARLARE,

RIMANGO SENZA PAROLE

 

Ogni volta che accendo

le candele dell'anima

 

inizio sofferente a bruciare

allora arriva la tempesta nera

e le piramidi della verità fa crollare.

 

Ogni volta che risveglio i vasi sanguigni

in una canzone

e fuochi nel cuore accendo

per coloro che sorgono nell'ombra,

 

arriva il miserabile fantasma

attorcigliandosi in una mano ...

 

Così,

quando voglio parlare e mi sforzo,

rimango senza parole.

 

 

CALICE AMARO

 

 

Io amo le persone

ed è tra di loro

che cerco le cose belle.

 

Loro parlano del passato

dei sogni, del futuro…

 

Tra le estremità

il presente ci prende in giro, ci sfugge.

 

E ritorno da te poesia, ritorno arrabbiato

perché cose dolci

non ne ho da darti.

 

Tutto quello che avevo te l'ho donato

per sempre,

potesse diventare meglio!

 

Io qui,

fino all'ultimo

il tuo calice sto alzando !

 

 

SPECCHIO MISTICO

 

L'uomo è lo specchio

dove la vita si specchia

e la vita,

 

uno specchio

dove il mondo si specchia ...

 

Mio Signore,

di chi è la colpa

quando la vista non è bella?!

 

 

L’OROLOGIO CHE NON MI SERVE

 

La mia fame

sembra avere messo alla prova l'orologio

dalla disperazione

le lancette stanno impazzendo.

 

Il dolore lo ha reso stanco

non puo camminare con il tempo

tantomeno riposare.

 

Il giorno, il giorno è nero

si è fermato anche lui, e trema ...

 

Questo orologio

chi lo compra a cinque soldi,

                                    questo orologio!

 

 

ANCORA A MIA MADRE

 

-Trittico

 

Sei invecchiata dai dolori

rigenerata dalle nascite…

 

Ma il tuo amore non si mai è prosciugato!

 

 

EQUAZIONE

CON DUE INCOGNITE

E QUATTRO VERSI

 

Che grandi personalità

che genere di patrioti sono gli individui

                                       di questa razza

 

che urlano a squarciagola

                              per il libero pensiero

e gli spazi me li rubano dalle mani?!...

 

 

IO E SISIFO

 

Io e Sisifo

da due estremità del tempo

misuriamo i secoli

e il peso del dolore

come condanna eterna

diventa un fardello.

 

Mi sembra che lui

è il più fortunato

visto che scende verso il basso

per ripetere il gioco -

ogni volta che la sua pietra

                     inizia a rotolare

 

mentre io-

un povero cantante ,

una vita intera che combatto

e la pietra del dolore

non riesco a spostarla! ...

 

 

I DEMONI DELLA PAROLA

 

Ogni volta che parlo

mi dicono di tacere

 

e ogni volta che taccio

sotto la loro violenza,

mi spronano a parlare-

 

se solo muovo

dalla disperazione le mascelle,

ringhio terribilmente.

 

Provo a sputargli

mi graffiano il viso

e si nascondono

 

cerco di dimenticarli

appaiano all'improvviso

carichi di ferocia ...

 

Oh maledetti,

che senso avrebbe avuto

senza di voi l'inferno!...

 

 

LA SOPRAVVIVENZA DEI VERSI

 

I più belli

si sono persi nell'inseguimento-

la loro bellezza è stata derubata dalle iene!

 

I più ardenti

non ho potuto tenerli-

il loro fuoco bruciava i tempi!

 

I più preziosi

non ho potuto tirarli fuori

il mondo era pieno di saccheggiatori!

 

Tuttavia,

con il colore dell'anima

tra i fogli ho lasciato le tracce

 

affinché il nostro nome non scompaia! ...

 

 

LE IMPRONTE DELLE PAROLE

 

1(IL CONTROLLO)

 

Ascoltando quello che dico

ascoltando quello che dicono-

Mi guardo allo specchio ogni giorno.

 

2. (Specchio)

 

Se non ci fossi tu-poesia,

ogni cosa brillerebbe

dall’ impudenza!

 

3 (Il Controllo)

 

Mi arrabatto

mi sacrifico  per l'uomo

e nessuno mi tende una mano!

 

4. (Consolazione)

 

L'unica consolazione

per l'uccello delle tempeste è

la carovana che lo segue!

 

 

ESPERIENZA

 

Sono abituato

dopo ogni caduta

ad abbracciare

col fiato sospeso

la mia delusione,

 

masticare pazientemente

l’assenzio del dolore

a malincuore,

vedere spegnersi tra le mie mani

ancor prima che si accenda

la candela del destino,

 

sopportare le ferite

quando cammino a piedi nudi

dentro l'inferno...

 

Nemmeno il peggior nemico

dovrebbe capitare qua !

 

 

LA VISTA

ATTRAVERSO LA QUALE PASSO

 

Finché passo vicino

ai blocchi di cemento-

il loro peso mi gettano sulle spalle

per prendermi in giro, semplicemente.

 

Le vetrine dei negozi

mi offendono e mi sputano addosso

per le scarpe strappate

 e gli abiti che indosso ogni giorno.

 

lI ciottolato si muove

cercando di farmi cadere

per fare in modo che non gli cammini

                                                   sopra

con tutte le preoccupazioni

                              di questo giorno...

 

Straniero e perso

tra i sussurri delle strade

che non mi salutano affatto

e che si voltano dall’altra parte

per non guardarmi in faccia-

 

ecco,

questa è la vista quotidiana

attraverso la quale ogni giorno passo!

 

 

LA MORTE CHE NON ACCETTO

 

Non accetto nessuna morte

nessuna morte che non sia un cadere

presso l'altare della parola,

presso l'altare della libertà-

 

né la morte sui fiori,

né la morte sulla seta! ...

 

La peggiore delle morti

questa morte quotidiana,

né vivo, né completamente morto,

 

tra una carcassa che ti morde

e la parola che muore tra le labbra! ...

 

 

L’IMPOSSIBILITÀ

 

Difficile costruire

le torri della speranza

con la sabbia della delusione

 

e trasformare in finestre

i sogni infranti,

 

difficile alzarsi

in vette di pensieri

che il terremoto non riesce a scuotere

 

laddove vieni ignorato,

dove la parola non viene accettata;

 

ti sentiresti un uragano

senza onde che ti seguono,

senza il grande cuore del mare! ...

 

Anche se tu fossi fango

è difficile

 

essere preso a calci dal male!

 

 

SUSSURRI DI UNA FOGLIA SECCA

 

E difficile accettare dal verde

                                      diventare giallo

quando il respiro dei giorni inizia

                                              a cessare

 

mentre filtro l'aria e pulisco i miei spazi

dalle minuscole particelle della morte

il mio colore si consuma lentamente

                                             inosservato

con quella zavorra di morte nel cuore ...

 

Con quanta facilità la mano del tempo

                                            si allontana

e mi lascia andare oltre la sua cura

sul terreno umido del dolore,

 

rimango ancora ai piedi dei miei rami

sotto la neve del silenzio e i ruscelli

                                         della tristezza

diventando concime dell'orgoglioso tronco

 

per alimentare il verde delle stagioni

                                         che verranno!

 

 

LE PAGINE

DELLA BIBBIA NON SCRITTA

 

Alle pagine della bibbia non scritta

l`oblio dipinge il viso,

 

i pensieri reti per ragni

i biancori si tramutano in malattia

 

oggi l`autunno ha stillato dolore

alle foglio ingiallite

 

l`autunno ha adornato la bibbia

follemente con vestiti rubati –

 

l`angelo e il diavolo hanno mischiato

                                             i nomi!

 

 

IL CESTO CONSUMATO

 

Nel ventre tuo scoppiato

dorme l`inganno della notte disattenta

cesto consumato,

 

la vena di un filo possibile di vita

la stella si spegne piano-

come il dolore per le cose

                           che non ci sono più

e nulla nel manico rosicchiato d`oblio

 

nulla nel tua vuoto

tranne gli anni

che nella piaga scorrono.

 

 

TORSO DELLO SPIRITO MIO

 

Potete comunicare qualcosa

                                  con gli uomini

io e il tempo vi mutiliamo un poco –

le parti spezzate solo io ve le conosco

 

che peccato

vi creo e vi allevo mutilati

per trascinare tutta la vita

il tumore della parola mai pronunciata

il peso della colpa che mi brucia

 

così come vi vedo

solo me offendete nello spirito

perché non vi ho regalato la bellezza –

la verità è amara come solo voi

 

la vostra nascita nascita difficile

miserabili versi –

torso dello spirito mio!

 

 

LA PIETRA MOLARE

 

Come non ti sei stancata masticando

i chicchi bianchi della vita

peccatrice incallita,

 

quando non avrò più nulla

senz`altro mangerai te stessa!

 

 

PER L`INIZIO DI UN SOGNO

 

In quale riva approderanno

le onde di questo poetare

 

quante rughe alla mia stella

si aggiungeranno sulla fronte?!

 

Molte volte mi hai detto

Non scherzare col fuoco

 

ma hai nascosto le unghie

per l`inizio di un sogno,

perciò per un giorno posso impazzire

con la follia del silenzio

 

un giorno potrò essere

punto esclamativo di ghiaccio!

 

 

LA SORGENTE

 

Dai solchi sotterranei scorri

vena limpida del terreno,

 

il tuo scorrere

la notte non l`arresta,

 

la freschezza tua fa ingelosire

i demoni e le divinità!

 

 

IL TROTTO INCERTO

 

Sfoglio le pagine dei giorni:

bibbia o pornografia,

 

il tempo – donna bruciata dalla passione

nausea davati ai miei occhi!

 

Mi invita al ballo pelle incipriata

le sue passioni che mi spaventano,

 

né coraggio né tranquillità!

 

Gli occhi pieni di fuoco,

frustate di luce le bruciano nelle pupille

i lampi le pendono come collane dal collo,

 

e quanto terribile quella gonna a mazzi –

tempo –

vedova partita per le stagioni della pazzia!

 

…Sfoglio le pagine dei giorni

con il dubbio serrato nel profondo

                                              del cuore!

 

 

CON LE PAROLE

MAGNIFICA SE STESSO

 

Quando l`agitazione del mare

si abbatteva con amarezza sulle coste

                                           del tempo

qualcuno raccoglieva il seme

                                      del fallimento

 

il mare scuoteva

le onde dell`odio

 

le tempeste partorivano qualcosa

                              di nuovo nel tempo

le superfortezze volevano azzurreggiare

                                              il cielo…

 

E chi ha rubato le mie primavere

tanto introvabile dunque:

 

- il diavolo in mezzo agli uomini

Ha sul viso la maschera dell`angelo,

 

lui la morte le strappa con i fiori

e magnifica se stesso con le parole!

 

 

IL MOZZIONE DELLA SIGARETTA

 

Tutto quello che mi è rimasto

non basta per i versi,

 

tuttavia

è la parte reale che mi è rimasta,

 

(se casualmente ci siamo trovati

in mezzo alle onde agitate del tempo

non è detto che annegheremo –

 

che affonderemo perdento

anche la parte finale)…

 

Che peccato,

ho dovuto bruciarmi le dita

per capire l`importanza delle cose mio!

 

 

IL CUCCHIAIO

 

Con te ha leccato

il cane dei secoli

sempre nella mia razione.

 

Spesso gli hai tremato in mano

ma tuttavia egli ti ha leccato

come oggi

come sempre

 

perché non hai avuto voce per piangerti –

 

io, erroneamente mi sono seduto

con te a tavola!

 

 

IL BICCHIERE

 

Hai prosciugato la mia fronte

per le seti straniere –

la parte mia maledetta,

 

ora esploderai

anche tu dal vuoto

 

come le mie labbra sarai tumefatto!

 

Hai prosciugato la mia fonte

Sempre nelle mani straniere!

 

 

LA NONNA

 

I capelli grigi degli anni

li porta sulle spalle

come speranze disilluse

 

ogni tanto

trema di commozione

per la gioventù sfuggita

nei campi,

 

il peso degli anni

lo porta sulle spalle

 

e i passi finali

della vita conta!

 

 

FOGLIE STACCATE

 

Nella sala dell`ambulatorio doganale

aspettiamo i risultati delle visite mediche

 

la sala è grande, larga

lì c`è la Spagna, io, l`Italia –

ammucchiate secondo le valige del dolore,

 

e quanti avvenimenti in questa sala

anche solo con i nostri visi –

storie scritte nelle rughe,

con gli occhi –

follie staccate dalla separazione

 

Chi vigila sull`ordine

non legge come me nei vostri cuori

né guarda i vostri polmoni consumati

chi controlla l`ordine!

 

(Chiasso, 1980)

 

 

LIRIKA

 

Passeggia in riva al lago

l`insolita coppia io e la solitudine,

il sole è appeso dietro le colline

la brezza soffia; vorticosamente mi riporta

l`immagine della madrepatria:

Ecco una colomba nel cielo

ecco un corvo nero dietro

il cielo si riempie di gracchi insanguinati

una barca vuota ondeggia!

 

… In questa passeggiata serale in riva

                                                     al lago

le sponde del sogno del mio dolore batto!

 

(Locarno, 1980)

 

 

REQUIEM

PER IL DIRITTO DI PAROLA

 

Venivo desideroso di parlare

ricercando

l`equilibrio dell`amore

 

parlavo col cuore ricolmo di giustizia

per diminuire la tristezza della gioventù

 

ma mi confondevano le idee appena

                                       incominciavo

e non lasciavano che mi fiorisse la parola –

scuotevano i petali,

                    staccavano le foglie con ira…

 

Ma che lavoro,

che razza di corone si possono intrecciare

con tante spine tra i fiori?

 

 

UCCELLI DELLA MADREPATRIA

 

Proprio in mezzo al cuore

cucitemi

il cielo della madrepatria –

 

Uccelli del Kossovo

un pugno di nostalgia,

un pugno e

all`ombra delle Alpi

portatemelo!

 

Uccelli del Kossovo

volate nel mio sangue

ed accendete la speranza,

 

volate sulla fronte

schiacciata senza pietà

e cucite l`Alba –

 

il Canto pieno di Luce!

 

 

BALLATA DELL`EMIGRAZZIONE

 

Champagne giallo

Champagne malato

in questo fine bicchiere mi hai bruciato

                                                    i sogni

in questo bicchiere fine e nudo

 

col tuo luccichio

delle luci al neon

questa notte profonda

 

si sono risvegliati i fantasmi

 

davanti a te ballano

come il mare ti agitano –

io mi getto tra le onde

 

Champagne giallo

Champagne malato

 

In questa notte profonda

dove ho perso gli occhi?

dove ho perso me stesso?...

 

- Ho bevuto questo bicchiere

                                      del tutto nudo!

 

 

TI PRENDE E NON TI LASCIA

 

Non potevo trovar pace

negli squarci del cielo –

l`ispirazione consumata

 

ed ho oltrepassato montagne

di precipizio in precipizio

 

Ora erro tra i viali

in un inferno di neon

e non so quale sentiero

il fiore rosso del sogno mi coltiva.

 

Una cose so –

c`è una strada al mondo

che ti prende e non ti lascia,

 

c`è un sole al mondo

che ti illumina ma non ti scalda…!

 

(Sursee, 1982)

 

 

SONO TORNATO

PER LA TUA PROMESA

 

Sono tornato per la tua parola

terra con le zolle bianche

 

quanta nostalgia ho sentito per l`aratro

dei solchi del dolore

 

salgo le scala del sangue

con la storia della parola rossa –

il tronco dell`amore arso

 

per i lampi dei raggi in fronte

lo spiegamento del candore nelle pupille

 

per il volo libero dell`uccello

la tavola piena di canti;

                       “pane, sale e il cuore”…*

 

Sono tornato per la tua promesa

Terra con le zolle bianche!

 

(Morinë/Morina, 1981)

 

 

SPECCHIO INSANGUINATO

 

(UNA TRA LE MIGLIAIA DI LETTERE

DI UN EMIGRATO SPEDITE IN PATRIA)

 

Si sono esauriti i sogni

                    pazienza e attesa,

a te il succo chiaro si indurisce a tavola

 

la pannocchia si raffredda

mancano le cipolle e il sale

e gli stracci lordi del sangue aumentano…

 

Quanta nostalgia

non riesco nemmeno a dormire

ma così oppresso, vagabondo nel pianto

così non ce le faccio più,

                               così non ti vedo più

 

perciò sto e mi consumo, brucio di nuovo

vengo o non vengo –

ti ho e mi hai nel seno!...

 

 

RITORNO

ALL`INIZIO DI UN DRAMMA

 

Negli orizzonti del mio spirito

il Kossovo brucia per uno spiraglio di luce

il tempo ritorna all`origine di un dramma.

 

Sulle tue strade ho lasciato la gioventù

                                                  bruciata

per un canto,

ho raccolto sui tuoi marciapiedi

i mozziconi di sigarette,

ho mangiato mele nature

per conservare il fiato, per cantare

                                                 di nuovo,

ed ho letto tutti i pensieri

che la vita ha imbandito nella tavola

                                              dei giorni…

ma non abbiamo tempo per occuparci

                                           di noi stessi –

le generazioni rinasceranno nel Canto,

il tempo ritorni alla fine di un dramma,

 

perché negli orizzonti dei secoli di nuovo

il Kossovo brucia

                       per uno Spiraglio di Luce!

 

 

ESPERIENZA KOSSOVARA

 

Abbiamo visto in questi anni

la bugia più grande e non l`abbiamo

                                         riconosciuta,

abbiamo visto la verità

                         e non ci ha riconosciuti,

abbiamo visto tutte le collezioni

                                         del disprezzo

vendendoci nei mercati della follia,

e ci hanno rubato per strada,

e ci hanno tosati in nome dell`idea,

ci hanno costretti a piangere

                         quando volevamo ridere

e ridere quando volevamo piangere,

le parole dalla gola cercavano

di tirarle fuori quando non uscivano,

ci hanno ficcati nelle tane dei topi

e nelle crune degli aghi…

 

ma di nuovo siamo rimasti vivi

                                          e cantiamo

di città in città, di paese in paese,

di sud al nord…

liberamnte, i illirico, DARDANIA!

 

 

LA MISERIA DEL POETA

IN UN MEDIOEVO RITARDATO

 

Quando voglio scrivere

qualcuno mi gironzola attorno

quando voglio scrivere

                           mi prendono in giro,

 

quando voglio scrivere

del tuo futuro Kossovo,

un cane abbia in me,

mi segue e non si stacca da me,

 

quando voglio scrivere

parlano contro di me fino ad offendermi,

mi legano le mani, i piedi,

mi impediscono di sedermi

di posare la Parola sulla Carta!

 

Quando voglio scrivere,

la notte urla da impazzire…

 

Così come posso tacere

Con tante piaghe di parole in cuore?!

 

 

IL MARE DI PAROLE

 

Per tutta la vita mi ha seguito

per la strade del pensiero del domani

macinando le parole

macinando i sogni,

 

qualcuno ha preparato i lieviti dei giorni

qualcuno li cuocerà –

il domani dovrà essere cotto come il pane!

 

Il pane delle parole ha voluto

                              un mare di lacrime –

le Parole degli Uomini si sono fatte Mare…

 

Ora non c`è nulla di cui parlare

bisogna rompere, distruggere,

scaricare dalle spalle delle onde –

 

il peso di una vita che non si sopporta!

 

 

ASPETTANDO

L`USCITA DEL SECONDO

LIBRO A PRISHTINA **

 

Venivano e passavano le stagioni

                                             e gli anni

cambiavano i tempi, le cesure, i governi,

anche le scorze delle querce cambiavano

anche l`età della poesia,

sono cresciute e si sono svuotate le acque

le grondaie sono uscite dalle guide

                                             con violenza

qualcuno arrivò persino a parlare

                                      del nuovo giorno,

della democrazia…

ma tu di nuovo ti sei chiusa,

                                       o parola sincera

nelle stanze della tipografia

                                  rosicchiata dai topi,

 

come se aspettassi che Dodona

si risvegli da sola un giorno

Dodona ammutolita,

distrutta dai portatori del male!...

 

 

LA VIOLAZIONE ECCEZIONALE

 

-Il bene si spezza facilmente

 e il male difficilmente!

(detto popolare)

 

Si sono alzati gli erbivori, i carnivori

sulle cime dei pensieri distrutti

dall`egoismo,

si allontanano tutte le piante restare

                                                   in piedi,

 

nei ragli di uno scoppio di Rinoceronte,

alle crime della follia –

i Demoni hanno allungato gli artigli,

emettono atti, leggi, proclami

                                       di distruzione,

 

si calpestano dove poggiano i piedi terra

attraverso stati straordinari, particolari

                                               eccezionali…

 

ed eccezionalmente si calpestano

le belve sulla Libertà!

 

 

VITA CHE NON SI SOPPOTRTA

 

-Solidarietà poetica

con i minatori di Trepça

 

Condividendo la vostra sofferenza

il verso mi si prosciuga,

 

come il vento in galleria si prosciuga,

 

le parole diminuiscono

per i giochi dietro la schiena,

e nei vostri occhi giace la metafora –

 

grande agonia dei tradimenti

è questo,

 

ecco, il secolo si contorce

nell`ultraterreno

largo del Bue nero…

 

E lasciamolo contorcere,

perché oggi anche la vita del verso

è vita che non si sopporta!

 

 

LA PIRAMIDE

 

Sulla terra

le fondamenta insanguinate,

i crani spaccati dell`uomo

 

in altro la divinità

con gli sguardi di vetro

il riso dispotico

l`equilibrio e il peso dalla piramide.

 

Togli un paio di vestiti

vesti un altro paio

dal tempio dei secoli

lei assoggetta la terra…

 

Le fondamenta si contorceranno

si contorceranno di nuovo per l`odio!

 

 

IL MIO PRANZO FAMOSO

 

Prendo un pezzo di pane ed un würstel

il mio famoso pranzo

                         davanti a San Antonino:

 

un boccone ed un pensiero,

un boccone ed un dolore ulteriore,

un dolore e un mare di spazio … !

 

Prendo un pezzo di panne ed un würstel

                                            lungo la strada

la strada si allunga fino al Kossovo –

viaggio spaventoso di bestie

fino ai miei bambini,

 

 

ed io ho due milioni di bambini

due milioni di coltelli nei polmoni,

 

perciò divento io stesso bambino

                 davanti agli occhi della terra

dalle palpebre mi scorre pioggia …

 

non riesco né a masticare né a vomitare

                                             il dolore infinito!

 

 

_______________

 

*) È la frase simbolo dell`ospitalità albanese. Ti offro quello che ho: pane e sale, ma con cuore. In seguito alle manifestazioni dell`aprile 1981, credendolo giusto, il poeta tornerà nel Kossovo. Questa poesia è dunque una risposta poetica alla chiamata della gioventù albanese.

 

**) Per sette anni di seguito la seconda raccolta poetica del l`autore “Quando si risveglia Dodona” restò in attesa di stampa e solo da poco ha visto la luce. Anche dopo la pubblicazione, l`amministrazione serba ha cercato di tenerla chiusa in un deposito. Nella pubblicazione sono presentate le poesie della versione finale (1989), con divergenze non consultate con il poeta, tralasciando completamente versi interi consegnati nella versione del 1986. Diverse persone che erano state in contatto con il manoscritto hanno sfruttato le diverse costruzioni figurative. Il nome dell'opera non poteva essere cambiato dal suo autore, anche se hanno insistito. Post scriptum: Il libro è stato pubblicato nel 1992, in parole dimezzate, dopo la pubblicazione della rivista del poema “Buka e kuqe”, Zurigo 1990.

 

 

 

 

BIBLIOGRAFIA

 

Brahim (Ibish) AVDYLI è nato il 5 settembre 1960, a Morina, Gjakova, Repubblica del Kosovo. Fin da bambino si è occupato di letteratura, giornalismo e scienza. Questa è la prima volta che un suo libro viene pubblicato in Italia.

 

Opere di Brahim Avdyli:

 

- "Në hijen e Alpeve", poesia, Rilindja, Prishtina, 1983;

- "Buka e kuqe", poesia, SHKSH “ATDHEU”, Zurigo, 1990;

- "Kur zgjohet Dodona", poesia, Rilindja, Prishtina, 1992;

- "Pasqyrë e përgjakur", poesia, Marin Barleti, Tirana, 1994;

- "Klithje nga fundi i ferrit", poesia, Onufri, Tirana, 1997;

- "Gjuha e dheut tim", poesia, Albin, Tirana, 1999;

- "Klithje nga fundi i ferrit", seconda edizione, Jeta e Re,

   Prishtina, 2000;

- "Baraspesha e humbur", poesia, Qëndresa, Gjakova, 2003;

- "Vragat e një kohe", prosa, Faik Konica, Prishtina, 2005;

- "Lëvozhga e vdekjes", prosa, Faik Konica, Prishtina, 2007;

- "Stelele Veşniciei /Yjet e përjetësisë", Poezie albaneză, din Kosova,

   BKSH della Romania, Bucarest, 2008;

- "Zogu i këngës", poesie selezionate, SHB "Pjetër Bogdani", Has, 2009;

- "Mërgata shqiptare e Zvicrës dhe roli i saj", politica e giornalismo,

   Generazione `81, Prishtina, 2011;

- "Qielli i paprekur", poesia, Generation `81, Prishtina 2012;

- "Vetëvrasja e një poeti", dramma tornato dal romanzo con un altro

   titolo, Associazione degli intellettuali "JAKOVA", Gjakova, 2013;

- "Shtegtimi i lirisë", poesia, Faik Konica, Prishtina 2014;

- "Torzo e shpirtit tim / Der Torso meiner Seele", selezione di poesie in

   albanese e tedesco, Amanda Edit Verlag, 2015;

- "Arena e dhembjeve", poesia, Meshari Publications, Prishtina 2017.

- "Sondazhe për Kosovën dhe kufirin e saj", lavoro analitico

   e giornalistico, Lena Grafik, Prishtina 2019.

- "Die Verrückten Pferde", libro in tedesco, curato dal Dr. Naim Kryeziu,

   Magic Verlag, Basilea 2019 ...

- "Muza e vargjeve", poesia, Meshari Publications, Prishtina 2020…

 

I suoi scritti, le sue poesie e anche le sue fotografie sono apparsi in diverse riviste e libri letterarie, giornalistiche e in antologie albanesi e internazionali. Finora, la sua poesia è tradotta in tedesco, inglese, rumena e in italiano. Per nuove informazioni, consultare il sito provvisorio Web albanese http://www.brahimavdyli.ch.

 

Il poeta Brahim AVDYLI è membro della Lega degli Scrittori del Kosovo (LSHK); degli Autori della Svizzera (AdS); e di diverse altre organizzazioni e associazioni letterarie.

  

 

 

 

E para dhe treta janë piktuara të bukura të djalit tim të dytë, Skender B. AVDYLI; ndërsa e mesmja është faqja e parë e kopertinës së librit tim...